Trust esteri e qualificazione fiscale: la nuova Risposta n. 239/2025 dell’Agenzia delle Entrate

05 Novembre 2025

Con la Risposta n. 239/2025, l’Agenzia delle Entrate è tornata sul tema della qualificazione fiscale dei Trust esteri, fornendo importanti indicazioni per i contribuenti italiani che risultano beneficiari di tali strutture.

Il caso riguardava un Trust di diritto statunitense, istituito da un disponente che ricopriva anche il ruolo di primo Trustee con ampi poteri discrezionali. Il patrimonio, composto da beni mobiliari e immobiliari situati negli Stati Uniti, doveva essere amministrato fino al decesso del disponente e successivamente liquidato e distribuito ai beneficiari individuati.

In base alla normativa americana, il Trust era inizialmente qualificato come Grantor Trust (interposto), poiché il disponente non si era realmente spossessato dei beni, e i redditi venivano imputati al disponente per trasparenza.

Dopo il decesso, tuttavia, il Trust è divenuto non Grantor, ossia opaco, e i beneficiari Italiani chiedono di conoscere la corretta qualificazione di tali redditi nella normativa domestica.

Nel nostro ordinamento, un Trust può essere:

  • opaco
  • trasparente
  • interposto

a seconda del grado di individuazione dei beneficiari e dei poteri esercitati sul Trustee.

Secondo la normativa Italiana, affinchè un Trust sia considerato trasparente, i beneficiari ultimi devono essere chiaramente individuati, avere diritto alle distribuzioni e poter pretendere il pagamento della propria quota di reddito.

La posizione dell’Agenzia

Dall’analisi dei documenti forniti, l’Agenzia ha rilevato che i beneficiari erano titolari del diritto di ricevere la propria quota di patrimonio e non intrattenevano alcun rapporto con il Trustee.

Di conseguenza, il Trust è stato qualificato come trasparente, con imputazione diretta dei redditi ai beneficiari ai sensi dell’articolo 44, comma 1, lettera g) –sexies del TUIR.

Con la presente pronuncia, l’Amministrazione finanziaria riafferma la centralità della sostanza effettiva del rapporto tra disponente, trustee e beneficiari, attribuendo rilievo prevalente ai diritti reali dei beneficiari ai fini della valutazione fiscale.

Per i contribuenti italiani coinvolti in Trust esteri è quindi fondamentale verificare attentamente la documentazione istitutiva e regolamentare, al fine di applicare correttamente la normativa tributaria italiana.

Per ulteriori informazioni e supporto a riguardo, vi invitiamo a contattare i nostri professionisti.

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